IL LAGO DI CARTA - Il lago in versi

 

SUL LAGO D'ORTA

Le Muse stanno appollaiate
sulla balaustrata
appena un filo di brezza sull'acqua
c'è qualche albero illustre
la magnolia il cipresso l'ippocastano
la vecchia villa è scortecciata
da un vetro rotto vedo sofà ammuffiti
e un tavolo da ping-pong. Qui non viene nessuno
da molti anni. Un guardiano era previsto
ma si sa come vanno le previsioni.
È strana l'angoscia che si prova
in questa deserta proda sabbiosa erbosa
dove i salici piangono davvero
e ristagna indeciso tra vita e morte
un intermezzo senza pubblico. È
un'angoscia limbale sempre incerta
tra la catastrofe e l'apoteosi
di una rigogliosa decrepitudine.
Se il bandolo del puzzle più

tormentoso fosse più che un'ubbia
sarebbe strano trovarlo dove neppure un'anguilla
tenta di sopravvivere. Molti anni fa c'era qui
una famiglia inglese. Purtroppo manca il custode
ma forse quegli angeli (angli) non erano così pazzi
da essere custoditi.

  Eugenio Montale
(1975
 


BY THE FIRESIDE

Look at the ruined chapel again
Half-way up in the Alpine gorge!

Is that a tower, I point you plain,
Or is it a mill, or an iron-forge

Breaks solitude in vain?

A turn, and we stand in the heart of things;
From slab to slab how it slips and springs,
The thread of water single and slims,
Through the ravage some torrent brings!

Does it feed the little lake below?
That speck of white just on its marge
Is Pella; see, in the evening-glow
How sharp the silver spear-heads charge
When Alp meets heaven snow.

Robert Browning
(1852)

(Guarda ancora alla cappella diroccata / a metà del sentiero sù nella gola alpina! / È una torre, ti addito sommesso, / o è un mulino o è una fucina / che invano rompe il silenzio? // Una curva, ed eccoci al cuor delle cose; / intorno a noi i boschi fitti e cupi; / di lastra in lastra come scivola e balza / la vena d'acqua, solinga ed esile, / che porta qualche torrente attraverso la frana! // È lui che alimenta il piccolo lago laggiù? / Quel puntolino bianco a filo di sponda / è Pella: guarda nel vivido tramonto / come un'irta carica di picche argentee / le Alpi innevate scontrarsi col cielo!).
(traduzione di Carlo Carena)
 


AD ORTA

  Ad Orta, in una camera quieta
che s'apre sopra un verde pergolato,
e dove, a tratti, il vento come un fiato
porta un fruscìo sottil, come di seta,

c'è un pianoforte, cara, che ti aspetta
un pianoforte ove mi suonerai
la musica che ami, e che vorrai:
qualche pagina nostra benedetta.

  La nostra grande pagina ove abbiamo
prima sognato tante cose, tante...

E ci risponderanno fuor le piante,
ed un coro d'augelli su ogni ramo.

  La casa, intenta all'opere tranquille
risuonerà come una cattedrale,

ed io verrò a leggere il messale,
o mia diletta, nelle tue pupille.

Ernesto Ragazzoni
(1910 ca.)
 


THE LIED OF THIS

When this companionship
of summer stars is taken
from me, and the dark island —

as if fated ship
too anchored and too sure
to undergo departure —

a god of inland seas
who watches quiet quays —
no longer moors in me;

when I have been denied
bell-towers that define
the labors of the night

with ceremonial
hours intact, made whole
to oversee my soul —

may those I love take pity
on me and on the city,
where bread is earned and broken

and Deneb is forsaken.

Allen Marldelbaum

(1974)

(Quando di tal sinagoga / di stelle estive sarò / deprivato, e l'isola buia - / come barca dalla sorte già nota / troppo ancorata e troppo presente / per subire partenze - / un dio di mari entroterra / custode di immobili moli - / non più, oramai, a me s'afferra; //quando mi sono preclusi / campanili che scandiscono / della notte i travagliati usi / con cerimoniali / integre ore, fatte armonia / per proteggere l'anima mia - / possano quelli che amo avere pietà / di me e della città, / ove il pane è guadagnato e diviso //e Deneb è abbandonato.)

(traduzione di Gigliola Nocera)

 
 

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